Adele Marini Ceraldi con Sara Varetto Sky Tg24

ADELE MARINI CERALDI HA SALVATO CARINOLA E ALCUNI SUOI TESORI DALL’INCURIA DEL TEMPO E DELL’UOMO

Saggio ISTORICO della città di Carinola
Saggio ISTORICO della città di Carinola

NON CALCHI DI GESSO MA VIVA E PULSANTE STORIA RIPORTATA ALLA LUCE

ALLA SCOPERTA DI CARINOLA

Cattedrale Santi Bernardo e Martino
La Cattedrale di Carinola

Passeggiando tra i molti tesori della nostra Carinola, a volte ci si dimentica di soffermarsi il giusto sul miracolo della loro storia e sulle vicende del loro rinvenimento.
Monografia sulla basilica di S.Maria in Foro Claudio
Questo miracolo racchiuso nella loro riscoperta reca con sé tra gli altri principalmente il nome di Adele Marini Ceraldi che in luglio colma d’anni ha deciso di allontanarsi da noi ma lasciandoci un patrimonio immenso dissotterrato dal passato.
Interno Basilica S.Meria Foro Claudio-Navata centrale
Non si dirà mai molto sul prezioso dono che ha lasciato a Carinola e non solo curando il “Saggio istorico della Città e Diocesi di Carinola” di Luca Menna edito nel lontano 1848 ad Aversa nella Tipografia del “Reale Morotrofio”.
Proprio a tal proposito resta fondamentale la sua edizione del libro che recuperava l’opera del Menna, non solo, ma molto, molto di più.

La signora Adele Marini Ceraldi nella sua instancabile attività di scoperta e di recupero di Carinola, del suo passato e della sua storia tra l’altro collaborò con il Giornale di Napoli e fu articolista del Mattino; nonché Ispettrice onoraria della Soprintendenza per i beni archeologici e ambientali. Ancora da sottolineare è la data dell’undici luglio 2015, giorno in cui si svolse presso Palazzo Novelli la cerimonia di consegna del Premio Matilde Serao in cui la Sig.ra Adele Marini Ceraldi aggiunse ai suoi non pochi riconoscimenti anche quello di Presidente onoraria dell’Associazione Matilde Serao, conferito proprio a Colei che tra i suoi molti meriti annovera anche quello di aver ridato anni fa più luce e lustro alla scrittrice di Ventaroli.

Ma, cosa importantissima, spese molto del suo tempo prezioso nel curare la realizzazione di una nuova edizione del libro di Menna, che vide la sua pubblicazione per i tipi di “Fiorentino Editrice s.p.a.” il 28 gennaio 1978, approfondendo la figura di Luca Menna che è stato il primo a parlare della città romana che dovrebbe trovarsi sepolta dal tempo in zona “vincolata”. In questo caso la Signora Ceraldi si rifà al vincolo che il ministero competente, cioè quello ai Beni Culturali e Ambientali, ha posto sulla zona archeologica sulla quale insiste Forum Claudii e in generale la frazione di Ventaroli del Comune di Carinola.

Tra le altre cose ci ha fatto sapere, grazie al suo recupero del testo di Menna, dell’esistenza della Villa di S. Ambrogio di Carinola; ed, in particolare, che questa Villa era detta di S. Ruosi o San Orosio, suo luogo d’elezione per la vita.

Di fondamentale centralità resta l’aver acceso le luci sia da un punto di vista storico che artistico sul preziosissimo scrigno dell’Episcopio di Ventaroli insieme, come detto, ai resti di “Forum Claudii e le sue altrettanto preziose testimonianze storiche.

Di poi resta granitica la sua previsione che già ai nostri giorni l’Episcopio e i suoi dintorni, Forum Claudii e altro, divenga non meno importante di S. Angelo in Formis potendo anche accostarsi al meraviglioso Borgo Antico della stessa Casertavecchia.

Dopo questi miei brevi e imperfetti appunti mi sembra più che opportuno lasciare alle parole della stessa Signora Adele Marini Ceraldi sottolineare quanto si è detto:

“perché HO VOLUTO CHIOSARE IL LIBRO DI LUCA MENNA

Si suole dire che ogni uomo ha un motivo di riconoscenza verso il paese che gli ha dato i natali.

Questa affermazione è giusta solo in parte.

Avviene alle volte che ben presto il destino porti a vivere quest’uomo lontano dalla propria terra di origine, e che un altro luogo finisca col tempo, non dico per sovrapporsi al primo originario, ma che per lo meno lo affianchi.

E’ quanto è accaduto a me che, nata e vissuta nella mia città (Roma) per venti anni, me ne venni a vivere qui perché qui formai la mia famiglia e la corona dei miei affetti.

E vivendoci da oltre trent’anni, intendo donare un segno di riconoscenza e d’amore a questa terra che nel mio cuore considero ormai la mia patria di elezione. Ma, a questa ragione di sentimento, si aggiungono altri motivi al lavoro da me svolto.

Io ho « voluto » chiosare la storia di Carinola, scritta dal notaio Luca Menna, per rendere giustizia ad uno scrittore che dalla sua fatica non raccolse che ingiuste critiche e amarezze senza fine.

Dovete sapere infatti che Luca Menna, nativo di S. Ruosi, il borgo più piccolo e più antico di Carinola, sebbene si sia sforzato di dare ai posteri una visione completa della Storia di Carinola dalle origini, a prezzo di un lavoro di raccolta enorme e faticoso (considerati i tempi e gli uomini che non erano certo migliori di quelli di oggi!) e con una pazienza degna di un certosino, fu oggetto (mentre visse) di aspre critiche e di giudizi fallaci.

« Dopo » però, il suo libro ha fatto testo per oltre un secolo ed è stato la fonte a cui « tutti », senza eccezione alcuna, hanno attinto con dovizia (molto spesso senza neppure nominarlo) e per di più con la bella « riconoscenza » (da parte degli « addetti » alla cultura, sia a livello locale, che provinciale e regionale) di non rinnovare mai quell’unica edizione che egli fece a sue spese nel 1848, anche se il libro è stato in tutti i tempi richiestissimo alla biblioteca di Capua ove esiste, mezzo malandato, un unico sparuto esemplare. Io stessa, per poterlo chiosare e poterci lavorare con l’impegno richiesto da un tal genere di lavoro, ho dovuto farne la fotocopia e, buon per me se a risolvere il mio problema ho trovato persone sensibili e aperte alla mia necessità come il Dott. Tescione e l’Ing. Garofano Venosta, luminose figure di studiosi e di ricercatori che onorano la cultura di Terra di Lavoro.<\strong>

Altro motivo che mi ha stimolato a chiosare la storia di Carinola di L. Menna è stato quello di dare a tutti, ma soprattutto agli studenti, la possibilità di conoscere questo libro
dal vero », e non rimaneggiato da altri come è stato fatto fin qui.

Il compianto dott. D’Angelo di Carinola, <\strong>l’unico scrittore forse che, facendo tesoro di quanto aveva scritto il Menna, fu pronto a riconoscerne i meriti e a deprecare l’andazzo corrente di lapidare questo antesignano degli storici di Carinola, ha attribuito allo stile non sempre castigato uno dei motivi che lo hanno stimolato a « riscrivere » la storia di Carinola.

Pur riconoscendo che lo stile del Menna non è un modello di chiarezza (purtroppo « si sente » che lui non era uomo di lettere) io penso però che, quel che contribuisce a rendere difficile e a volte « oscura » la narrazione di quel libro, sono le parti scritte in latino e non tradotte. Lecitazioni degli scrittori antichi, le epigrafi e altre cose del genere rimangono tabù per chi non ha studiato il latino.

Ma anche chi lo ha studiato, col passar degli anni purtroppo non conserva la memoria fresca di quando allegramente declinava rosa, rosae. E poi il latino ecclesiastico a volte, è peggio del turco.

A questa non lieve fatica mi sono accinta io, animata dal desiderio di rendere accessibile al massimo anche i passi più oscuri.

E perciò ho cercato di rendere chiaro il « senso », il significato delle frasi più che fare una bella traduzione troppo letterale, che in molti casi avrebbe lasciato il lettore « comune » o lo studentello delle medie col naso in aria a chiedersi: ma questa che ha voluto dire ? Perché, lo ripeto, io nel mio lavoro mi sono posto come obiettivo loro, i ragazzi, cui rimane sempre simpatica la lettura che gli costa minor fatica, e meno lavoro di comprendonio.

Che se poi, in mezzo ai tanti del tipo che dico io, ce ne fosse pure qualcuno più volenteroso capace di tradurre « dal vivo » il latinorum che il Menna diligentemente ci ha trascritto, tanto meglio!

Vorrà significare che dietro alla curiosità è spuntato magari un pizzico ‘d’amore per questo antico testo… e allora l’anima di Luca Menna potrà dirsi finalmente placata!

S. Ruosi di Carinola 28 gennaio 1978

Lascio questo articolo al mio carissimo amico Enzo Ceraldi stringendolo in un forte abbraccio insieme a sua moglie, compagna di una vita e a tutti i loro cari.

Dimitri Maria Pierri

La foto in evidenza rappresenta un momento del Premio Matilde Serao 2015 con Sara VARETTO giornalista direttrice di SKY nell’occasione in cui risultò vincitrice del Premio Serao 2015 ritratta con Adele Marini Ceraldi.